Gli strumenti della Strega
Gli strumenti e il luogo di lavoro della strega
Il luogo di lvoro della strega è la sua casa, la sua cucina, il cuore dell’abitazione, oppure, una stanza adibita solo per esercitare, in silenzio e segretezza, come fosse un piccolo LABORATORIUM alchemico segreto. In mancanza di una stanza in più da adibire a luogo di lavoro non ci si deve sentire menomati.
Non è in vero strettamente necessaria, in quanto un qualsiasi angolo della propria casa si adatta bene allo scopo. I suoi oggetti sono semplici, facilmente reperibili o, come vuole la tradizione, costruiti personalmente dalla strega stessa. Una volta consacrati questi strumenti devono essere utilizzati solo ed esclusivamente per scopi magici durante i riti e gli incantesimi e mai più per altri motivi.
E’ importante anche fare molta attenzione ad essi, che sono una estensione dei poteri della strega, e non è possibile imprestarli onde evitare una dispersione di energie.
Strumenti naturali
Oltre a questi oggetti qui descritti (alcuni essenziali altri meno, a discrezione della strega) si usano anche degli strumenti naturali che ne accrescono la forza. Ovviamente non stiamo parlando di animali vivi da sacrificare!! Per entrare in simbiosi con la natura e far si che ci ascolti per esaudire i nostri desideri, dobbiamo prima di tutto amarla e rispettarla, e rispettare quindi QUALSIASI ESPRESSIONE DI VITA SOTTO QUALSIASI FORMA ESSA SI MANIFESTI.
Perfino la raccolta di erbe o di parti di alberi deve seguire un rituale di richiesta ben preciso, seguito dalle nostre scuse per aver preso dalla terra o dalla pianta una parte di quel corpo e portare offerte all’essere vivente stesso dal quale abbiamo attinto, per evitare di arrecare danno alla natura che ci circonda e, per risonanza, arrecare danno anche a noi stessi.
In genere le offerte che si danno alla natura si compongono dei seguenti elementi: miele, latte, farina, acqua o comunque tutte cose naturali di cui la pianta o la natura in generale (compreso gli animali) si possono cibare e nutrire.
La nostra mente come primo strumento
Lo strumento più importante, comunque, resta sempre la nostra mente, il nostro spirito nascosto, la nostra carica e forza interiore che manifestiamo durante gli incantesimi e che con l’associazione di gesti, erbe e parole sia scritte che pronunciate, ne accresciamo il potere. Un oggetto o una particolare frase di per se possiedono un valore minimo è il pensiero e il desiderio che si può considerare l’elemento più importante che mai deve essere trascurato. Ogni nostro pensiero si traduce in vibrazioni e sono queste che rendono potente un rituale, non il suo apparato scenico. Un rito semplice ha sempre più possibilità di imporsi per modificare la realtà a patto che ogni cosa fatta sia veramente “sentita” con grande partecipazione emotiva. E ogni nostra azione creerà un effetto sulla realtà sempre pari alla nostra potenza interiore e alla volontà che inseriamo nelle azioni del rito. E’ da dire anche che non ci si deve mai sforzare o concentrare in modo ridicolo. La magia è semplicità e con estrema semplicità dobbiamo “lanciare” il nostro pensiero verso il bersaglio desiderato. Fare azioni magiche dovrà diventare cosa naturale e sciolta come lo è per noi l’atto di respirare.
Quindi il nostro primo strumento siamo noi stessi ed è su di esso che dobbiamo lavorare maggiormente per avere risultati materiali, ma non solo. Il nostro corpo e la nostra dimensione carnale sonoil canale adatto che ci conduce su una via più elevata sino a raggiungere quella meta che è poi il fine ultimo di ogni dottrina magica: liberare le potenzialità dello spirito racchiuso in noi a cui nulla è impossibile e riappropriarci della nostra vera dimensione. L’Adam Cadmon originale oppure, detta in gergo alchemico: “si deve giundere a risvegliare il Re che in noi dorme”.
Le pratiche di bassa magia hanno inizio e fine solo nei nostri desideri materiali ma questa via non ci conduce alle più alte espressioni dell’uomo ma relega l’essere umano ad una dimensione piccola bassa e meschina. Si parte dal BASSO per giungere al fine all’ALTO. Comprese le cose del BASSO, le chiavi che ci permettono di plasmare la realtà oggettiva e umana, si comprendono anche, automaticamente, le cose evolute dello spirito e dell’ALTO.
In sintesi:
LA MENTE CHE DOMINA LA MATERIA E NON LA MATERIA CHE DOMINA LA MENTE.
LA BACCHETTA
Prolungamento del braccio della strega e del mago, la bacchetta è legata all’elemento aria, genere sia maschile che femminile. Essa attira e respinge; dirige l’energia.
La si ricava da un albero da frutto o da un salice dall’aspetto forte e sano. Il momento per cercare il proprio ramo è la sera dopo il crepuscolo in una notte di luna piena.
La lunghezza della bacchetta va dal dal gomito alla punta del dito medio di chi la usa mentre il suo diamentro non deve superare quello del dito pollice. Alcune streghe, nella stessa notte, usano prendere anche un ramo più lungo e robusto per farne il bastone che un tempo veniva nascosto nella scopa di saggina.
Il bastone è per tradizione lungo un metro e con il diametro non superiore a 6 cm. Le pratiche per la costruzione della bacchetta sono molto complesse e richiedono a volte molti giorni prima di completare l’opera. L’importante è non avere fretta e non acconentarsi di un ramo qualsiasi solo per cedere alla smania di iniziare alla costruzione ed ai rituali di benedizione e consacrazione della bacchetta. Scegliere quindi con molta cura il ramo giusto e procedere al taglio rispettando l’albero, chiedendogli il permesso di privarlo di una sua parte e poi segnare il punto da tagliare con un nastrino rosso. Il taglio deve essere netto e deciso e una volta riposto il ramo in un sacchetto, meglio se di corda, lasciare dei doni all’albero in segno di ringraziamento: un po di fertilizzante alle radici, del miele per cospargere la “ferita” e la nostra grandissima gratitudine. Le operazione devono essere svolte nella massima segretezza, senza farsi scorgere na nessuno e se non ci è possibile lasciare l’abitazione per andare in un luogo adatto, si può sempre provvedere facendo le stesse azioni nel nostro giardino.
Ci sono anche delle parole da pronunziare mentre si procede nel lavoro, che dovranno uscire dal vostro cuore, e una volta finito si scioglie il nastrino rosso, si ringrazia di nuovo l’albero per il dono che ci ha concesso e successivamente ricordiamoci di tornare a far visita all’albero che sarà per noi fonte di potere personale alla pari del frammento che ci ha lasciato.
A questo punto bisogna lavorare il ramo e dargli la forma finale della nostra bacchetta. Da una estremità essa deve essere più larga per raffigurare l’energia maschile mentre dall’altra dovrà essere più stretta per rappresentare l’energia femminile. La bacchetta può essere personalizzata incidendovi il proprio nome esoterico, delle rune, oppure anche niente a seconda della discrezione della strega.
La bacchetta deve quindi restare per tre giorni all’aperto in un luogo buio e bagnata con un infuso di camomilla e poi per altri tre giorni dall’olio di mandorle dolci. Alla prossima luna piena la bacchetta è pronta per il rito di benedizione e consacrazione. Ora la bacchetta è veramente pronta; la si riporrà in un panno sino al momento in cui verrà usata per la prima volta. Se non avete le possibilità di seguire tutti i procedimenti, potete sempre scegliere qualsiasi tipo di bacchetta che vi attrae particolarmente e benedirla e consacrarla come vuole la tradizione.
E’ uno strumento sostituibile con il pugnale rituale e quindi oggi considerato quasi inutile.
IL CALICE
Il calice è legato all’elemento acqua, genere femminile.
Si usa nei banchetti durante i sabbat o gli esbat ed è un contenitore ideale per qualsiasi sostanza sia essa materiale o psichica.
Il calice raccoglie, conserva o disperde l’energia.
Solitamente è fatto d’argento che è il metallo della luna, che regola e governa le maree e le acque interne al corpo umano. Oppure può anche essere placcato in argento, di cristallo o anche composto da semplice vetro.
Ci si può orientare verso i negozi di new age per trovarlo, di antichità o sulle bancarelle. Anche la ricerca di ogni oggetto è importante perchè viene vista come una crescita spirituale e interiore, un esercizio per incentivare la pazienza, e quindi non mettersi mai fretta, non accontentarsi, aspettare, metterci tutto il tempo che occorre.
Il calice e voi dovrete incontrarvi e scegliervi reciprocamente, così come avviene per qualsiasi altro oggetto destinato ad uso magico. NON CONTRATTATE MAI SUL PREZZO O DEPREZZERETE ANCHE IL VALORE DELLA VOSTRA COPPA e dei vostri oggetti del corredo rituale. LA COPPA E’ LA MENTE, LA TOMBA, UNA GROTTA, LA COPPA PUO’ ESSERE SVUOTATA, DISSETARE, CONTENERE LA PURIFICAZIONE, NUTRIRE MA ANCHE AVVELENARE, RISCALDARE, RAFFREDDARE, RISTAGNARE.
Anche la coppa deve essere benedetta e consacrata seguendo un rituale in occasione della luna piena.
Il Pentacolo
Il pentacolo (la stella a 5 punte) è legato all’elemento terra, genere maschile/femminile anche se rappresenta, e proprio per questo, l’unione dei 4 elementi naturali ( terra acqua, aria e fuoco) più la mente dell’operatore. Viene usato PER RIPARARE, per PROTEGGERE. E’ SIMBOLO Di ABBONDANZA e si rivolge al microcosmo, alle cose materiali e quindi all’uomo.
CON UNA PUNTA IN ALTO, DUE LATERALI E DUE IN BASSO INDICA LA MENTE CHE DOMINA LA MATERIA, IL PRATICANTE, IL MICROCOSMO E DELL’UOMO.
ROVESCIATO E POSTO CON LE DUE PUNTE IN ALTO, DUE LATERALI E UNA IN BASSO INDICA LA MATERIA CHE DOMINA LA MENTE. IN QUESTA POSIZIONE E’ ANCHE IL SIMBOLO USATO DAI SATANISTI PER INDICARE IL CAPRO E QUINDI LA LA VITTORIA DEI BASSI ISTINTI SULL’UOMO.
Può essere fatto con materiali diversi: argento, rame, argilla, legno. Può essere fatto a mano da chi lo usa o fatto forgiare da un orafo o incisore se composto da un metallo. I pentacoli generalmente sono due: uno da lavoro e L’altro è il pentacolo rituale posto sull’altare come protezione dalle vibrazioni negative e gli inevitabili colpi di ritorno che sempre si verificano durante un qualsiasi tipo di lavoro eseguito, sia esso positivo o negativo. La forza sprigionata durante un rituale e’ sempre circolare (ogni azione genera una reazione pari e contraria) si indirizza su di un bersaglio, li si sprigiona e poi torna indietro al mittente, a chi l’ha scatetenata. E’ per questo che si lavora sempre protetti.
Anche il pentacolo deve essere benedetto e consacrato prima di essere usato.
IL GRIMORIO
Ogni strega possiede il suo Grimorio personale chiamato anche Libro delle Ombre dai Wicca. Esso va tenuto nascosto e al sicuro ed è una sorta di diario personale della strega entro cui essa stessa, di proprio pugno, trascrive le formule, gli incantesi, i riti, traccia i pentacoli e tutto ciò che le è utile per lavorare.
Ogni strega scrive i suoi incantesimi personali sul grimorio dopo averne provata l’efficacia. Il proprio grimorio deve essere un quaderno con la copertina preferibilmente (ma non necessariamente) nera e rigida, meglio se facile da occultare o da portarsi appresso. Su quelle pagine si tracciano simboli, disegni e vi si racchiudono informazioni a carattere magico.
Si tratta di un Compendium Esotericum che viene stilato dalla strega stessa copiando parti ritenute ottime da altri libri (che resteranno nella nostra biblioteca), tralci di altri testi e incantesimi propri.
L’importante è non mostrare a nessuno il proprio o i propri Grimori a meno che non si tratti di un’altra strega della quale ci fidiamo. Coloro che lavorano da soli ( le streghe solitarie ) non hanno la necessità di togliere dall’ombra i propri segreti.
Un tempo le streghe bruciavano il proprio Grimorio quando sentivano approssimarsi la morte per evitare che cadesse in mani inopportune.
Riceverne uno in eredità è veramente un grande e prezioso dono.
LA SCOPA
La scopa spazza via il negativo. E’ usata SOLO per pulire e purificare la zona usata per il rituale ed eventualmente nelle feste della ruota dell’anno. Le streghe non volano sulle scope, anche se questa è una immagine assai affascinante non corrisponde alla realtà. I materiali di cui è composta devono essere naturali come legno e saggina. Come già detto nella scopa un tempo veniva nascosto il bastone del comando. Quando non si usa la si mette dietro l’uscio di casa per tenere fuori le energie indesiderate. Anche la scopa, come tutti gli oggetti rituali, deve essere consacrata prima di essere usata.
Il coltello rituale
Il coltello rituale è legato all’elemento fuoco, genere maschile. Esso invoca l’energia o la allontana, a seconda dei casi, controlla le entità e le forze invisibili, tiene a bada gli spiriti negativi impedendo loro di distruggere un incantesimo attirando ed invitando le entità che possiedono vibrazioni positive al lavoro che si svolge. Il coltello deve essere a doppia lama con il manico in genere nero perchè il nero è l’essenza del colore piuttosto che un colore in se.
Il nero è in grado di assorbire le enrgie negative per elaborarle, privarle del loro potere e dissolverle quindi innocue nell’universo.
Deve avere una lama a doppio taglio perchè simbolicamente esprime il concetto che la magia possiede due facce una positiva ed una negativa, la vita, la morte, l’alto e il basso, il visibile e l’invisibile. Noi siamo padroni del nostro destino e possiamo scegliere quale lato della moneta giocare o se, oppure, scegliere di restare in un perfetto equilibrio. Dopo che si è fatta ben chiaramente luce dentro di noi sulle nostre intenzioni, la scelta del nostro coltello ci sembrerà più semplice. NON CONTRATTATE MAI SUL PREZZO dell’oggetto. La lama va riscaldata prima di essere usata all’interno di un rituale e, cosa molto importante, questo coltello NON DEVE MAI ESSERE USATO PER INCIDERE LA CARNE ed ESTRARRE SANGUE. SE DOVESSE SUCCEDERE LO STRUMENTO PERDEREBBE IL SUO VALORE E DOVRA’ IN OGNI MODO ESSERE ELIMINATO E NON USATO PIU’ DA NESSUNO.
Va maneggiato con molta cura e mai mostrarlo in pubblico.
Lo si deve tenere celato nell’oscurità e trattato con il rispetto e la cura che merita un oggetto rituale. La sua consacrazione avviene in luna calante. Al termine del rito consacratorio deve essere sotterrato nel terreno per 72 giorni, dice la tradizione, al termine dei quali lo si dissotterra dalla terra, lo si pulisce meticolosamente con acqua e sapone e lo si ripone nel suo fodero in attesa di essere usato.
Lo Specchio nero
Lo specchio nero si usava per la divinazione ma oggi è un oggetto poco considerato e diremo anche poco utile. Come mezzi divinatori ve ne sono tanti altri molto più semplici da maneggiare. Generalmente era composto da un pezzo di vetro nero incurvato verso l’interno come una sfera. Per chi volesse ancora usarlo è preferibile comprarlo già pronto e lo si trova nei negozi che si occupano della vendita di oggetti per l’esoterismo e dove è possibile anche trovare le candele, gli incensi e quanto altro necessita per praticare. Oggi si preferiscono altri sistemi divinatori.
Le candele
Le candele sono una grande fonte di Energia legate all’elemento fuoco e vengono usate in qualsiasi tipo di lavoro sia esso di purificazione o meno.
Ogni colore della candela ha un suo particolare significato e quindi a seconda del lavoro che deve essere fatto si devono scegliere le candele del colore appropriato.
I TALISMANI
Il simbolo in magia è una cosa assai importante in quanto, il simbolo tracciato su di un talismano, è a tutti gli effetti, ciò che vogliamo realizzare, creare e spingere verso di noi. Un pensiero e un desiderio sono cose che si “avvertono” ma che non si possono toccare con mano, così come le entità che vogliamo richiamare non sono cose tangibili e visibili all’occhio umano e quindi, come fare per renderle “materiali”? Il simbolo viene quindi in nostro soccorso.
Il simbolo e il sigillo è la cosa stessa che quel simbolo rappresenta.
Nei secoli molti grandi maghi del passato si sono cimentati nell’arte talismanica, da Salomone a Paracelso e i loro trattati sono per fortuna giunti a noi nella loro completezza. Per lapprofondire questa arte meravigliosa vi rimandiamo alla lettura dei libri trattanti questo tema.
L’incenso
Rappresenta l’elemento Aria. L’incenso viene utilizzato per purificare l’ambiente in cui si svolgono i riti e viene scelto secondo le particolari doti che ogni incenso possiede e che si adattano al lavoro da svolgere. Spesso vengono bruciati su carboncini i grani di incenso puro chiamato olibano, per capirci quello che viene usato anche in chiesa, mescolato ad altre erbe essiccate che risultano utili ad un rito. Ogni erba ha le sue proprietà e si trova posta sotto influssi planetari diversi. Le erbe o i grani di resina vengono bruciati durante un rituale perché questi (singoli o miscugli) sprigionano, durante il loro consumarsi, delle vibrazioni che aiutano e spingono i vari propositi da mettere in atto. La magia dei profumi, così come viene chiamata da secoli, è molto forte da sola e in associazione con altri metodi e pratiche ad esempio associata alle candele che ardono. L’incenso si brucia anche durante la meditazione.
Per incenso si intende le resine e i miscugli fatti scivolare su pasticche di carboncino accese mentre, i bastoncini, sono utili per purificare l’aria di un ambiente ma assai meno potenti se usati per un rituale. Però risultano pratici.
L’incensiere
E’ il contenitore che ospita i carboncini su cui bruciare l’incenso. Di solito e’ in coccio o pietra o rame e spesso è legato ad una catena per farlo oscillare per meglio fumigare gli ambienti. I crogioli in genere possiedono una griglia su cui vengono bruciati i grani sui carboncini, proprio come un piccolo athanor personale. Esso rappresenta l’elemento aria (la presenza dell’incenso) e anche l’elemento fuoco per la presenza della carbonella che arde.
Questa combinazione di elementi e’ ideale per purificare gli ambienti e il luogo di lavoro della strega oltre che per accompagnare con vibrazioni intense un rituale.
Il teschio rappresenta l’adepto, colui che si incammina sulla strada della conoscenza per ritornare ad essere padrone di se stesso e della sua esistenza. Rappresenta la trasformazione propria della prima fase alchemica della NIGREDO ( vedi capitolo dedicato all’alchimia ), è il profondo conoscitore dei meccanismi che regolano l’universo, la ruota eterna di morte, rinascita e rigenerazione e quindi anche di come poter usare questi meccanismi eterni e perpetui per il bene proprio e quello delle altre creature che vivono. E’ il simbolo della morte vista come atto di rinascita, quindi, non è un simbolo macabro. Il teschio racchiude il nostro doppio cervello, composto da due emisferi, uno razionale e uno istintuale, una chiara espressione del concetto del BINARIO. E’l'opera al nero degli alchimisti, il mistero da svelare, la trasformazione, il primo passaggio che ogni adepto deve superare, i propri istinti bassi e involuti, le proprie limitazioni e i gli ostacoli auto indotti, la caducità e la brevità della vita, per poter rinascere. E’ il simbolo dell’iniziazione il rito attraverso il quale si esegue una morte concettuale e una successiva rinascita spirituale praticate in vita.
Il Bolline
Viene detto bolline il coltello dal manico bianco che si usa per incidere le rune e per la raccolta delle erbe.
Un solo lato di questo coltello è affilato e quindi qualsiasi coltello è adatto allo scopo. Il bolline deve essere consacrato in luna calante.
Se non si ha la possibilità di raccogliere personalmente le erbe e le radici utili, se non si è esperti in botanica, questo oggetto è assolutamente inutile.
Basterà andare in erboristeria e comprare gli elementi che ci occorrono.
L’abbigliamento rituale
Quando si esegue un lavoro bisogna privarsi degli indumenti, lavarsi con acqua e sale grosso. Non si deve mai portare monili di nessun genere, tenere i capelli sciolti qualora fossero lunghi, e non portare alcun tipo di calzari ma è preferibile sentire il contatto della pietra, dell’erba o del pavimento sotto i propri piedi nudi quando si opera. Questo consiglia la tradizione come anche di non portare vestiti addosso o, specie se si esegue magia cerimoniale, di prepararsi una tunica di cotone leggero o lino da legare in vita con una cintura ricavata da un pezzo di stoffa tratto dallo stesso telo della tunica. Anche la tunica deve essere consacrata prima dell’uso. Non è comunque necessaria oggi, se poi non si esegue un qualsiasi tipo di magia cerimoniale e si può quindi lavorare in modo semplice anche rivestiti dai nostri panni abituali.
Quando un mago o una strega non eseguono incanti e vivono la loro vita fatta di lavoro e responsabilità come tutti, non amano vestirsi strani per farsi notare. La magia lavora solo nel silenzio e nella discrezione e non ama l’ostentazione di sé. I praticanti sono persone schive che amano l’isolamento e l’anonimato, non amano i clamori e a questi preferiscono una tranquillità solitaria.
Il vero praticante non è riconoscibile.
In un epoca di social, chat, esibizionismi, ricerca smodata dell’effimero, oggi come nei secoli passati, i praticanti si distaccano da tutto questo vuoto mondo attuale perché comprendono che questi citati sono solo veicoli creati per il lavaggio del cervello delle persone, che si riducono in fine a perdere di vista la realtà vera e la loro personalità in quanto divengono capaci solo di seguire e rispondendo ai richiami del grande burattinaio che nell’ombra gestisce le vite della maggior parte della gente resa schiava, abulica e priva di stimoli. Molti mi odieranno per questa affermazione ma l’anima di una strega non si cambia.
L’uomo avrebbe creato la tecnologia per farne uso e non per essere da questa usato.
L’altare
Sull’altare vengono posizionati gli strumenti al momento di un lavoro. Esso deve essere di forma rettangolare di modo che ogni lato sia rivolto verso un punto cardinale. Va coperto con un panno di cotone bianco. Se non si esegue magia cerimoniale vera e propria anche questo strumento non è necessario.
Lavorare appoggiando a terra gli strumenti che necessitano per un rito può bastare avendo cura di proteggere il pavimento con della carta stagnola per non sciuparlo.
Preparre un rituale nel caminetto, (il focolare e cuore di casa) sarebbe l’ideale a patto che si possieda.
Il Calderone
Il calderone rappresenta l’AKASHA il quinto elemento, la mente vera e proprie, ciò che muove e scuote tutti gli altri elementi. E’ simbolo di metamorfosi e di trasformazione, è il grembo posto al centro del cerchio perchè E’ AL CENTRO CHE SCATURISCE LA MAGIA ed entro il quale si manifestano in concreto i desideri.
Si usa per l’incenso o per bruciare i pezzetti di carta su cui si sono scritte le richieste durante un rituale.
Il suo materiale è il ferro, poggiato su tre piedi o di rame. Lo si può anche utilizzare per la cottura di tisane ma sarebbe più adatto averne due di dimensioni diverse; uno grande per le pratiche rituali, per bruciarvi le richieste, e un altro più piccolo da adoperare esclusivamente per le tisane i decotti e gli infusi.
In associazione con l’elemento “fuoco” si usa per simulare un piccolo falò usato per il salto sul fuoco che si esegue in alcuni sabbat bruciando al suo interno delle erbe aromatiche o incenso.
In luna nuova lavare il calderone con acqua e sapone visualizzando le energie negative che fluiscono fuori da esso assieme all’acqua sporca. Asciugarlo e ungerlo all’interno con olio di oliva, poi ripulirlo con dei tovaglioli di carta e procedere con la consacrazione. Fatto ciò è pronto per essere usato la prima volta.